di Annalisa Ippolito

Se Babbo Natale deve i suoi natali a San Nicola o agli sciamani, Rudolph e le sue compagne hanno una storia altrettanto curiosa e affascinante legata alla mitologia norrena. E non solo, leggende, miti e storie legate alle renne si trovano in molte zone dalle isole britanniche, ai già citati paesi scandinavi, alla Russia, alla Siberia e pare che attraverso lo stretto di Bering siano arrivate nel nord America. In molte di queste culture, la renna diventa un simbolo spirituale associato alla fertilità, maternità e alla rinascita del sole durante il solstizio d’inverno. Le sue corna erano usate per decorare luoghi sacri, sepolte in tombe cerimoniali, e indossate come copricapi sciamanici. Immagini delle renne apparivano su pietre, tessuti, abiti cerimoniali, gioielli, tamburi e tatuaggi.

Nell’antico Nord Europa le renne erano associate a delle divinità femminili, e soprattutto erano esse stesse delle divinità capaci di viaggiare e volare nel cielo molto rapidamente per trasportare la luce, il calore e favorire così il ritorno del sole. Il sospetto di un legame particolare tra le leggende e le storie delle Renne antiche con quelle moderne di Babbo Natale risiede in alcuni racconti o meglio dettagli, per esempio durante la notte di Yule o del solstizio d’inverno, dunque la notte più lunga e buia dell’anno, sembra che Saule, la dea lituana e lettone del sole volò attraverso i cieli su una slitta trainata da renne cornute e gettò ciottoli d’ambra (che simboleggiano il sole) nei camini. In un altro mito invece la luce del sole era appesa tra le corna della renna in modo che il sole tornasse a splendere. Inoltre, il cosiddetto palco, le corna delle renne, hanno un alto valore simbolico perché in un altro mito sono l’allegoria dell’albero della vita in cui potevano accomodarsi il sole portatore di luce, gli uccelli, la luna e le stelle. Secondo alcune ricerche la storia iconografica delle renne sarebbe ancora più antica, pare proprio che prima che l’immagine delle renne entrasse nella tradizione del Natale, già ai tempi del Neolitico antico, la femmina della renna era oggetto di venerazione. Nella cultura dei Sami, rappresentava la “madre vivificante”, la guida delle mandrie di cui le persone dipendevano per sopravvivere, seguendo le migrazioni delle renne per ottenere latte, cibo, vestiti e rifugi. E per riuscire la renna guidava tutti con il suo immancabile fiuto aiutata dal suo naso rosso. Le renne sono collegate alla dea Isa, ovvero la Grande Madre e nel loro simbolismo rappresentano anche i traghettatori delle anime nell’oltretomba, proprio in virtù del suo ruolo mistico e notturno, la capacità di orientarsi nella notte più buia dell’anno. Esther Jacobson, nel suo libro “The Deer Goddess of Ancient Siberia”, inoltre sostiene che le rappresentazioni stilizzate di cervi trovate sui monoliti, oltre a sembrare “renne volanti”, avrebbero rappresentato per le prime culture nomadi e semi-nomadi delle steppe, delle regioni montuose dell’Europa orientale e dell’Asia, una allegoria della madre cervo come simbolo essenziale di vita e morte in queste comunità.
La connessione tra le leggende antiche sulle renne e le moderne storie di Babbo Natale risiede in alcuni dettagli ma è legata soprattutto a una data precisa. Il 23 dicembre del 1823 Clement Clarke Moore pubblicò una poesia intitolata “The Night Before Christmas” (La notte prima di Natale) sul quotidiano statunitense The Troy Sentinel. L’autore aveva scritto il poemetto ispirato dal suo cocchiere per regalarlo ai figli e vi descriveva il ruolo di ciascuna renna che accompagnava Babbo Natale nella consegna dei regali.
Negli anni ‘60 apparve Rudolph la renna dal naso rosso. Ma in realtà la canzone natalizia di Johnny Marks era del 1949 “Rudolph the Red-Nosed Reindeer” e si basava sulla storia di Rudolph scritta nel 1939 da Robert L. May e pubblicata come libro per bambini . Secondo la storia, Rudolph, renna giovane da un insolito naso rosso e luminoso, viene scelta da Babbo Natale per illuminare e rendere visibile alle altre renne il sentiero offuscato dalla nebbia. Le renne, anticamente femminili, sono divenute maschili nel contesto di Babbo Natale, segnando un cambiamento culturale e l’evoluzione patriarcale della società. Infatti è noto che in alcuni tipi di renne anche le femmine hanno un bellissimo palco, che perdono in primavera, mentre i maschi lo perdono in inverno. Dunque le femmine sono quelle che trainano le slitte delle divinità femminili dal neolitico fino all’avvento di Rudolf .
Nel mandala le renne sono spesso simboli guida e totem, rimandano al bisogno di trovare una via e rappresentano un rimando alla risorsa interiore sulla quale appoggiare il percorso di trasformazione. Come ogni simbolo inserito in un mandala è comunque bene ricordare di considerare nell’insieme dei simboli, dei colori presenti nel disegno tenendo ben presenti la storia personale e il sistema culturale di riferimento di chi ha creato o colorato il mandala.

Con questa breve storia di Natale vi auguro Feste Luminose e Serene e un arrivederci al nuovo anno

Per approfondimenti sul mandala i suoi simboli di Natale vi invio ai link qui sotto:

Mandala e simboli del Natale 1
Simboli del Natale e mandala 2
Mandala e Simboli del Natale 3
Mandala e Simboli del Natale 4
Mandala e simboli del Natale 5

Mandala da colorare dicembre (riflessione e meditazione)