di Eloisa Agliata

“Se vuoi produrre il corpo di diamante, senza dispersioni
con cura devi riscaldare la radice della coscienza e della vita.
Illuminare devi il paese beato ch’è sempre vicino,
e colà celato, lasciarvi sempre abitare il tuo vero Io”.
Hui Ming Ching di Liu Hua Yang

Quando ci apprestiamo a disegnare, colorare o creare un mandala personale non ci sono regole che ci “costringono” ad iniziare da un punto preciso. Possiamo procedere dalla circonferenza muovendoci verso il centro o dal centro verso la circonferenza. Questo non significa, però, che possiamo prescindere dal creare una connessione ed una relazione tra il centro e la circonferenza stessa. Osservando l’immagine presente in questa pagina, notiamo come al centro di questo meraviglioso mandala naturale sia presente un albero. Cosa hanno in comune le radici dell’albero ed il centro del Mandala?
Come scrive Jung, a proposito del cerchio, ne Il segreto del fiore d’oro, “in questo simbolo si cela un effetto magico molto antico, che deriva originariamente dal, cerchio protettivo, il cerchio magico, la cui magia si è conservata in infinite usanze popolari. L’immagine ha lo scopo evidente di tracciare un sulcus primigenius, un magico solco intorno al centro, templum o temenos (recinto sacro) della personalità più intima, per evitare la “dispersione” o per tenere lontane [….] le distrazioni provocate dal mondo esterno”.
Nello stesso tempo, l’albero, da sempre simbolo di vita, rappresenta il collegamento tra diversi piani di realtà: il mondo infero dell’inconscio, il mondo di mezzo della terra e della coscienza ordinaria di veglia, e il mondo superiore del cielo e della coscienza transpersonale. L’albero è anche simbolo di nutrimento, le radici, invece, simbolo di radicamento che, tanto più sono solide, tanto più permetteranno all’albero di poter crescere rigogliosamente.
Spontaneamente associo le radici di un albero al centro del Mandala, poiché, citando Jung, a proposito del centro, “si tratta, in altri termini, di recuperare, con l’appoggio e la mediazione di un’azione esteriore, la propria attenzione, o meglio di arrivare a partecipare a un recinto sacro interiore che è origine e meta dell’anima e contiene quell’unità di coscienza e vita, un tempo posseduta, quindi perduta, che occorre ritrovare”. Nello stesso modo, quando pensiamo alle radici di un albero, esse rappresentano quell’unità di coscienza e vita, descritte da Jung, dal quale poi si svilupperà l’intero albero, quello stesso punto di partenza che ci permette di iniziare e proseguire il nostro viaggio continuamente e da differenti prospettive ogni volta; radici necessarie per ritrovare quella fiducia in noi stessi e nella nostra capacità di camminare autonomamente nella vita. Centro e radici che sostengono l’irradiamento e la crescita attraverso un movimento circolare di espansione che “ha quindi anche il significato morale di animazione di tutte le forze chiare e oscure dell’umana natura, e di conseguenza di tutti gli opposti psicologici, di qualsiasi natura possano essere”. Centro e radici, quindi, come rappresentazione della base sicura a cui ritornare e da cui ripartire ad ogni “giro di boa” del nostro percorso.

Fonti:
CarlG. Jung, Richard Wilhelm, Il segreto del fiore d’oro
Susanne F. Fincher, I Mandala – Una via all’introspezione, alla guarigione e all’espressione di sè

Photo: dal web