Qual e’ il nesso tra Chagall e il mandala?
Marc Chagall e’ un pittore visionario, con uno stile quasi “naif” e fanciullesco; le sue immagini sono costellate di capre accanto a violinisti, innamorati che volano, case sbilenche, scorci e prospettive ardite. Tutto questo piu’ un grande amore per la moglie Bella e una forte spiritualita’ aleggia nella sua arte.
Il mandala e’ l’espressione del legame tra l’essere umano e il divino, una sorta di finestra sulla nostra anima, come scrive Varda Fiszbein nel suo libro “Mandala ventana del Alma”, che ci mette in collegamento con la realta’ esterna e interna di noi. Una chiave misteriosa, eppure a portata di mano per aprire porte su sentimenti, emozioni e poterli rimettere in ordine.

Il soffitto dell’Opera di Parigi, palazzo Garnier, di cui Chagall fu incaricato di un riammodernamento negli anni ’60 e’ permeato di questi sentimenti.
Non ho potuto fare a meno di notare la bellezza, l’armonia, le suggestioni di quest’opera, piu’ guardavo questo cielo, piu’ sentivo la musica, la danza, la linfa vitale dell’arte mescolarsi per creare un mondo altro, divino e umano insieme in cui il genio e la tradizione si mescolano con il “surreale” per non dire il sopranaturale.

Difficilmente si riesce a coniugare con tanta grazia un insieme di arti, come la danza, la musica e l’arte senza cadere nella retorica o nello stilismo. Ma lui ci e’ riuscito, con la sua passione per il colore, che Parigi gli aveva suggerito, a lui che proveniva dalla grigia e scura Bielorussia, e la coniuga magistralmente con la spiritualita’ profonda che da sempre lo pervade. Il risultato e’ l’armonia dell’Universo che fa muovere oggetti e creature fondendoli insieme in uno spazio senza legge di gravita’, senza limiti e con estrema grazia prende vita dalle opere di artisti celebrati in questi dodici pannelli.

Ad osservare l’intero soffitto non si puo’ fare a meno di trovare una somiglianza con la Ruota della Vita che indica il ciclo delle rinascite. Certo le similitudini si fermano alla somiglianza della struttura circolare con il mozzo al centro, ai colori sgargianti che ricorrono nella tradizione del mandala bianco, rosso, verde, azzurro, giallo. Tuttavia mi colpisce questa somiglianza proprio perche’ il soffitto e’ stato realizzato da un artista contemporaneo, con lo scopo di celebrare la musica e la danza nel loro tempio. Ma pure l’amore e la tragedia, il dolore e la sopportazione, la guerra e la pace e nel mandala del Tempo del Samsara tutti questi sentimenti sono presenti. Sebbene ripeto la suggestione e’ personale e forse pure un po’ ardita.

Ogni pannello corrisponde ad un artista, una sua opera, un soggetto e un colore. In questo il soffitto con dodici pannelli rispecchia un ciclo. Un ciclo intero di vita e rinascita, morte, disgregazione e riconciliazione come le opere che si susseguono.
Nel pannello centrale, la “Carmen” di Bizet in rosso, e’ accanto a un’opera di Verdi di cui pero’ si suppone solo il titolo “La Traviata” dominata dal giallo, proseguendo si incontrano Beethoven con il “Fidelio” nel blu e verde e l’”Orfeo e Euridice” di Gluck in verde.
Andando verso l’esterno, nel pannello principale: Moussorgski con “Boris Godounov” dominato dal blu, “Il flauto magico” di Mozart in un celeste chiaro,  “Tristano e Isotta” di Wagner invece e’ ambiantato in una atmosfera di verdi, come “Romeo e Giulitta” di Berlioz, il bianco e’ dedicato ad un’opera di cui si ignora il titolo di Rameau, dove domina comunque una grande danza. Il viaggio tra arte, pittura, danza e lirica continua con Debussy “Pelleas e Melisanda” anche loro nel blu, mentre “Dafne e Cloe” di Ravel si svolge nel rosso, Tchaikovsky con “Il Lago dei Cigni” e Adam con “Giselle” entrambi sono ambientati nel giallo dorato, mentre infine Stravinsky con “L’Uccello di Fuoco” e’ dominato dai colori rosso, verde e blu. Un insieme suggestivo, scenografico, di sicuro impatto emotivo e artistico.

L’effetto in mezzo agli stucchi dorati, alle luminarie di cristallo e tutta l’atmosfera e’ indescrivibile. Un canto d’amore e di dolore appassionato, un insieme struggente e, forse, solo un artista come Chagall poteva catturare le sfumature dell’animo umano nella narrazione artistica in un modo cosi’ spirituale e leggiadro, con le sue figure fluttuanti che sfidano ogni forza di gravita’, ogni prospettiva creando un’armonia e un ordine quasi spirituale e strutturale insieme. Proprio come un mandala. Contenitore di molti simboli, portatore di messaggi segreti e molto personali eppure condivisibile per sua stessa natura, come l’arte di Chagall, personale ma misteriosa. Questo soffitto non fa altro che riportarmi all’essenza del mandala. Un viaggio nel mio mondo interiore, una suggestione, un percorso in cui mi perdo e mi ritrovo. Un bellissimo non luogo in cui posso iniziare un viaggio insieme all’artista e sperimentare i sentimenti dell’umanita’, come personali pur senza per questo espormi.

Fonti:
G. Fontaine, “L’Opéra de Charles Garnier Architecture et décor intérieur”

testo originale su www.mandalaweb.info del 20 giu 2015
http://www.mandalaweb.info/approfondimenti/news/mandalaeartecontemporaneachagalleilsoffitodelloperadiparigi