Nelle separazioni
non dobbiamo soltanto staccarci da qualcuno
bensi’ sempre ridefinire la nostra identita’.

M. Zadra

I momenti piu’ difficili sono quelli in cui ci confrontiamo con la perdita di qualcosa che pensavamo ci appartenesse. Il cambiamento e’ l’unica certezza di cui disponiamo. Ricordarlo sarebbe un beneficio.

Di fronte alla perdita di qualcuno, all’abbandono di qualcun altro siamo spiazzate, impotenti e tutto quel mondo di riferimenti che abbiamo dentro non e’ piu’ lo stesso, non ci appartiene, semplicemente non esiste piu’.

L’illusione di essere e vivere si scontrano concretamente, il mondo si sgretola davanti ai nostri occhi e tra le nostre mani. Questa e’ l’occasione per ricostruire qualcosa di noi. Perche’ ci troviamo senza alcun appiglio e ridefinire cio’ che siamo, quali siano i nostri confini, i nostri bisogni ci porta a confrontarci col nostro passato, con le scelte, con le regole che ci siamo imposte, quelle che ci sono state assegnate e con il ruolo che ci siamo scelte.

Il mandala e’ uno strumento che ci puo’ aiutare a vedere quale strada stiamo percorrendo, a volte l’osservazione di colori, forme e il semplice atto di porci davanti ad una immagine attivano il silenzio. Il vuoto silenzioso di cui abbiamo bisogno per comprendere che staccarci da qualche illusione di vita, di possesso, di potere sul mondo sono una via per essere sempre presenti a noi stesse. Certo, non e’ facile, ne’ guardare dentro il vuoto, ne’ guardare dentro l’illusione che ci creiamo quotidianamente, ne’ mettere in discussione i nostri ricordi, gli affetti, le certezze; ma quando siamo capaci di farlo siamo nel bel mezzo del nostro cambiamento, della costruzione di noi stesse.

 

Testo originale su www.mandalaweb.info giugno 2015

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