Ruota Mandala

Ruota Mandala

La ruota ha un legame intrinseco con il mandala. È una delle forme geometriche più antiche che si conoscano, partecipa della perfezione statica del cerchio e nello stesso tempo del movimento della spirale. Per questo motivo si dice che la ruota sia un cerchio imperfetto, perché implica il fattore movimento, l’energia e la ciclicità, il perpetuo rincorrersi di giri e il contatto con il centro e con l’esterno grazie ai suoi raggi. Eppure ha un punto fisso: il centro.

La ruota non solo è stata una delle più grandi invenzioni della storia dell’umanità, ma si rivela un simbolo collettivo e archetipico.

Dalle origini il suo significato assume aspetti spirituali, legati al tempo, ai cicli delle stagioni alla geografia, alla medicina e alla rappresentazione della divinità, degli astri, del sole e della luna.

Si potrebbe dire che l’umanità sia stata ossessionata dalla ruota, fin dalle origini esistono miti, leggende, credenze legate alla ruota. Si parla dell’importanza della ruota già nei testi vedici in cui è associata al cosmo e al significato di rinnovamento e la la divisione dello spazio e del tempo. Nell’India del tantrismo la ruota è collegata ai centri sottili che sono attraversati dall’energia kundalini e li chiama Chakra, le tappe fisiche simboli della circolazione energetica.

Le religioni, tutte, hanno a che fare con la ruota e si trovano testimonianze di divinità collegate alla ruota fin nei tempi e nelle regioni più remote del mondo. La ruota con il suo eterno movimento ci ricorda che la vita non è statica e per questo motivo, ricorre nei simboli come quelli dellI’Ching o Libro dei Mutamenti dove ricorda il perpetuo evolversi e ritornare senza fine al punto di partenza per poi rimettersi in moto. Nel simbolismo cinese il mozzo rappresenta il cielo e la circonferenza la terra, quando l’essere umano parte dalla periferia, in qualche modo il mondo materiale per arrivare al centro dell’essere, al divino e ai suoi valori.

Nel mondo islamico la ruota è l’allegoria della vita e dell’alternanza dei momenti felici a quelli infelici, non c’è una linea retta nell’esistenza, ci sono alternanze, capovolgimenti e ritorni, ma mai staticità. Rispecchia il ritmo del cosmo.

Nelle epoche più remote la rappresentazione del sole e della luna avveniva con un cerchio e dei raggi, quindi con una ruota; i raggi indicavano il viaggio degli astri e il loro ciclo, il movimento. Per questo motivo molte divinità del pantheon delle credenze precedenti al monoteismo hanno accanto una ruota. Taranis, il dio celtico del tuono, è rappresentato con una ruota, così come Visnhu o Apollo e, in tempi in cui la luna era l’emblema del divenire ciclico era raffigurata con un cerchio, ne portavano il simbolo l’egizia Iside e la dea della caccia Diana. La tradizione della ruota non si ferma con l’avvento delle religioni monoteiste. Tra i santi cristiani l’attributo di santa Barbara è la ruota. Anche alcune visioni mistiche di Ildegarda di Bingen hanno la ruota come principale forma a rappresentare il Paradiso e il Creato. Diversi Profeti nella Bibbia, come Daniele e Ezechiele descrivono delle visioni in cui sono presenti le ruote infiammate o ruote alate, e secondo il teologo Pseudo Dionigi l’Areopagita queste ruote hanno il potere di rivelare i misteri e quindi sono strumenti di illuminazione per i non iniziati, ”elevano le intelligenze dal basso, poiché fanno discendere fino agli umili le illuminazioni più elevate”.

In questo senso la ruota condivide il suo significato con la ruota del Dharma buddista, in cui gli otto raggi stanno a significare gli otto sentieri per arrivare all’illuminazione e rappresenta in genere tutto l’insegnamento del Buddha che, si dice, mise in movimento la ruota del Dharma con il suo primo sermone. Nel buddismo la ruota è sinonimo di completezza e totalità e quando si mette in moto porta i suoi insegnamenti ovunque e a chiunque. Una interessante assonanza con il concetto espresso successivamente dal teologo Areopagita.

La ruota non ha inizio e non ha fine, ma mette in contatto il mondo terreno con quello divino, il centro è il mozzo, fisso, immobile, il vuoto dove tutto è possibile e risiede l’origine e la potenza dell’universo, intorno i raggi e tutto ciò che è compreso nel cerchio esterno diventano uno spazio sacro. Come spiega il Fulcanelli, ne “Il mistero delle cattedrali” la ruota centrale dei portoni o rosone è un veicolo, che andando tra cielo e terra mette in relazione il divino e il profano. Questa interpretazione si avvicina molto a quella di Carl Jung, lo psichiatra svizzero, che nella ruota dei portali, o rosone, vede un altro tipo di mandala e lo assimila ad un veicolo che contiene il tutto. Jung aggiunge che i rosoni sono “unità nella totalità”,  un veicolo dove “il Sé dell’uomo trasposto sul piano cosmico” favorisce il ricongiungimento del centro mistico con quello cosmico.

Nel Medio Evo la ruota diviene simbolo di fortuna, intesa come “sorte” o destino oppure come fortuna una forza naturale che distribuisce benessere. Così nei libri miniati, come sulle facciate delle catte drali compaiono sculture in pietra, incisioni e bassorilievi con la ruota della vita o la ruota della fortuna.

Il mozzo, della ruota della vita, diventa l’ombelico del mondo, il centro verso cui tendere per riordinare il caos e 

 recuperare la pienezza della vita dato che è l’unico punto fermo dell’intero sistema. La ruota della vita viene assimilata all’arcolaio in mano alle Parche o alle Moire che decidono filando come il ciclo della vita sarà fermato per poi riprendere. In Oriente invece, la ruota dell’esistenza non conosce una fine perché la vita è una continua evoluzioneverso il “nirvana” o “illuminazione” e in ogni caso per raggiungerlo sono necessarie diverse vite, tutte rappresentate nella cosiddetta ruota dell’esistenza o “Samsara”.

Il mandala geometrico con dei raggi che lo riconducono al centro è una ruota e spesso trovare una ruota rappresentata nel nostro mandala rimanda ad una certa stanchezza, alla noia verso dei comportamenti che sono ripetuti meccanicamente perché comodi o perché si teme il cambiamento. La ruota porta con sé diverse possibili letture specie nel mandala individuale, ma ciascuna ha a che vedere con la personale carica di energia e con la scarsa capacità personale di incanalarla. Trovare una ruota può voler dire che il nostro cuore e la nostra anima hanno bisogno di svincolarsi da situazioni pesanti e fruste. Per questo motivo è necessario cominciare a farla girare e andare verso il centro, verso l’origine di tutte le paure e le ripetizioni per recuperare l’origine e cambiare verso. Il bello della ruota è proprio che nonostante sia sempre in movimento con un grande impegno di volontà, pazienza, consapevolezza e amore è possibile farle cambiare verso infondendole una nuova vitalità.

Fonti:

C. Jung, Mandala symbols

M. Eliade, Miti, sogni e misteri

M. Eliade, La nostalgie des origines

G. Guenon, Simboli sacri

M. Chebel, Dizionario dei simboli islamici

J. Chevalier – A. Gheebrant, Dizionario dei Simboli

Dagyab Rmpoche, Simboli Buddisti e cultura tibetana

Fonte originale: Mandalaweb.info – https://sites.google.com/a/mandalaweb.info/web/approfondimenti/news/ruotasimbologiaemandala