di Annalisa Ippolito

Il buddismo himalayano diffuso in Buthan ha assimilato alcuni elementi animisti tipici della tradizione spirituale del Paese e ciò ha generato pratiche multisensoriali tra le quali spiccano per fama e colori le danze sacre chiamate CHAM. Ancora oggi queste danze sono la specialità di un celebre festival e costituiscono un potente richiamo per le comunità locali non meno che per i visitatori stranieri.
La peculiarità di queste danze è che sono considerate a tutti gli effetti dei mandala, l’incarnazione tridimensionale perfetta dell’universo, mentre i danzatori interpretano le divinità che lo abitano. Abbigliati con dei costumi sgargianti e preziosi e delle maschere a volte spaventose i ballerini CHAM, replicano attraverso i loro movimenti, molto ritmati, molto studiati e molto suggestivi le virtù, le qualità illuminate delle divinità che durante la danza si manifestano attraverso il ballerino stesso.
Le CHAM durante i riti sacri sono tradizionalmente danzate da dei monaci; i più anziani, per conoscenza e merito, interpetano le parti delle divinità più importanti alle quali corrisponde il mandala di iniziazione. Attraverso la loro danza, i monaci -danzatori creano in maniera tridimensionale una visualizzazione liberante. Per gli spettatori infatti il CHAM è considerato thongdrel, ovvero liberazione attraverso la visione. In conseguenza di ciò, anche il solo fatto di assistere a questa specifica danza, si riceve la sua qualità illuminante.