di Annalisa Ippolito

Quest’anno il calendario tibetano è dominato dal segno della tigre. E la celebrazione di Losar, il capodanno tibetano nel 2022 cade il 3 marzo.
Essendo un calendario solilunare, che segue il ciclo sia del sole che della luna, i mesi sono 12 iniziano e terminano con la luna nuova, ma ogni due o tre anni viene aggiunto un tredicesimo mese per riallineare il calendario a quello solare. Di conseguenza l’inizio dell’anno è variabile e ha inizio dopo la seconda luna nuova di gennaio.
Il calendario tibetano deve molto a quello cinese e ai suoi segni zodiacali.

La tigre è un animale che non ha radici nella mitologia tibetana quanto piuttosto in quella bengalese, indiana e cinese che trasmutano dal leone alla tigre tutte le virtù, la forza sia benefica che malefica e naturalmente le leggende e la sua regalità. Dipinta nei colori tipici del giallo e nero, a volte cambia colore e il suo manto diventa bianco o con le fasce multicolori.
Nell’iconografica buddista e indù diverse divinità, maschili e femminili, sono rappresentate a cavallo di una tigre (Shiva, Shakty, Durga), i guerrieri che combattono indossano una pelle di tigre perché, oltre a rappresentare l’immortalità simboleggia la volontà indomita e il coraggio. Dal punto di vista spirituale indica anche lo sforzo della fede che attraversa ogni tipo di tentazione raffigurata come una foresta di bambù, superandola senza timore.
Nella medicina tibetana le ossa di tigre, il dente di tigre e le sue ceneri sono dotate di potere taumaturgico nei confronti delle malattie e dei dolori degli esseri umani.
La tigre nella geomanzia tibetana, le cui origini sono da rintracciarsi nel Feng shui cinese, è considerata un prezioso indicatore degli spazi ed è emanazione di una forza cosmica protettrice degli abitanti di una casa, perché si oppone con le energie attive del soffio vitale al drago simbolo di umidità e passività.
Nella tradizione Gelugpa detta dei “berretti gialli”, la tigre portata al guinzaglio da un monaco mongolo è spesso raffigurata sulle mura dei monasteri, come allegoria in cui la supremazia di questo lignaggio, in cui il lama mongolo sarebbe l’incarnazione di Avalokiteshvara (Cenresig) domina su quella dei “berretti rossi” simboleggiata dalla tigre.

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Cover collage create by Annalisa Ippolito: Deed Mongols in Kok Nuur (Qinghai Sheng), Tibetan province photo by Dulam Bumochir; Padmasambhava, Dorje Drolo (Eight Forms), Rubin Museum of Art (NY); Bavarian State Library (Munich), Codex-tibetano.897.