di Eloisa Agliata

Questi tempi in cui sembrano dominare sentimenti di incertezza, ansia e paura, in cui ciò che credevamo (illusoriamente?!) certo sembra sgretolarsi, ci viene richiesto uno sforzo maggiore per non disperdere le nostre energie e catalizzarle verso pensieri, parole ed azioni rivolte a mantenere stabile il nostro e l’altrui equilibrio.

Corriamo il rischio, giustificato, di perdere di vista la nostra umanità, la bellezza di sentirci vivi, le nostre aspirazioni ed i nostri sogni in nome della paura e dell’incertezza. Se da un lato vivere il qui e ora e il momento presente è ciò di cui possiamo occuparci, è anche vero che c’è una capacità, tra le tante che ci contraddistingue in quanto essere umani, che dobbiamo continuare ad alimentare e sostenere: ed è la capacità di desiderare. Non mi riferisco, qui, al desiderare oggetti esteriori, ma più all’azione stessa del desiderare: alla forza creativa del desiderio.

Cosa vuol dire desiderare?

Etimologicamente la parola desiderio significa ‘mancanza di stelle’. Il desiderio, quindi, implica una mancanza, un vuoto, un’assenza. A volte è proprio sentire quell’assenza che ci permette di iniziare il nostro viaggio, alla ricerca di quel ‘qualcosa’ che poi scopriamo essere molto più vicino di quello che credevamo. Abbiamo bisogno di desiderare per continuare a vivere, ce lo richiede la nostra anima per far sì che possa esprimersi attraverso di noi. Forse, adesso più che mai, abbiamo bisogno di fare silenzio e ascoltare per chiederci dove tende il nostro desiderio

Prendo in prestito le parole di Carl G. Jung che, nel suo Libro Rosso, a proposito del desiderio scrive: “….Ovunque ci sia la forza creativa del desiderio germoglieranno i semi propri di quel terreno. Non è poco confessare a se stessi il proprio vivo desiderio. Molti hanno bisogno di un particolare sforzo d’onestà. Troppi non vogliono sapere a che cosa anelano, perché ciò pare loro impossibile o troppo doloroso. Il desiderio è però la via della vita. Se non ammetti di fronte a te stesso il tuo desiderio, allora non seguirai te stesso ma strade estranee che altri hanno tracciato per te. Così non vivi la tua vita, ma una vita estranea. Ma chi altri deve vivere la tua vita, se non tu stesso? Scambiare la propria vita per quella di altri non è soltanto una cosa sciocca, ma anche un gioco ipocrita, perché non puoi mai vivere realmente la vita dell’Altro, fai solo finta, inganni l’Altro e te stesso, perché tu puoi vivere solo la vita che ti appartiene…”
Un invito a non dimenticarci chi siamo, e ad accendere, proprio ora, la fiamma del nostro desiderare.

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