Per chi studia, è appassionato, si interessa di arte orientale e mandala è impossibile non imbattersi in Giuseppe Tucci, uno dei più importanti conoscitori, orientalisti e tibetologi del XX secolo, il suo “Teoria e pratica del mandala” è una pietra miliare sull’argomento.

In questa pagina sono esposte alcune foto della una mostra fotografica di circa una ventina di scatti in bianco e nero che gli è stata dedicata a Milano nel 2017 alla galleria Renzo Freschi Oriental Art “Giuseppe Tucci’s Tibet: Photographs from the 1930s expeditions”. Le foto lo ritraggono in occasione dei suoi viaggi negli anni ‘30 sul “tetto del mondo” e ci regalano una panoramica sulle tradizioni medievali del Paese delle nevi eterne.

Esploratore, insegnante, insignito di numerosi e prestigiosi riconoscimenti per il suo contributo nella ricerca e nella diffusione delle culture orientali in Europa e nel mondo occidentale, Tucci fondò nel 1957 il Museo Nazione di Arte Orientale a Roma. Lì furono depositati ed esposti molti pezzi e testi sacri che in qualche modo si salvarono dalla distruzione dovuta all’invasione cinese del 1959.

La sua profonda conoscenza dei luoghi oltre che delle lingue e della tradizione culturale gli ha permesso di lasciarci qualcosa di più di una semplice panoramica sull’oriente, ci da la possibilità di comprendere gli usi, i costumi, la filosofia e la credenza dietro la facciata affascinante di miti, colori e gesti.
Nei suoi testi, scritti tanto per il mondo accademico quanto per i neofiti e lettori generici, la “religione” appare qualcosa di più spirituale e paradossalmente semplice di quello che i rituali e le speculazioni mentali ci offrono ad una prima lettura. Lui stesso, convertitosi al buddismo in occasione di un viaggio nel 1935, si trova a dichiarare di credere “in tre principi soltanto: retto pensiero, retta parola, retta azione”, spogliando in questo modo il buddismo da impalcature e orpelli a suo dire mistificanti e trasformandolo in un percorso di vita quotidiana più filosofico.

Fonti testi di:
Renzo Freschi
Enrica Garzilli
Erberto Lo Bue