La Paneurhythmya è una grande danza in circolo che celebra e saluta il nuovo anno secondo le credenze della setta che la organizza ogni fine agosto.

 
Tra visioni mistiche che affondano nel cristianesimo, nell’hinduismo e nello yoga e credenze New Age gli adepti si sono riuniti in Bulgaria, sulle Rila Mountains, in una località piena di fascino e suggestiva per realizzare un grande cerchio e danzare al ritmo di nenie e litanie inventate dal fondatore della setta. Il loro scopo e’ quello di celebrare l’unione con il creato e danzare al ritmo del cosmo e dei cicli della natura.
 
Questa attività regalerebbe ai partecipanti le forze energetiche dell’universo e la capacità di vivere in armonia con queste, rinvigorendo il proprio Se’. 
 
Così i grandi cerchi concentrici che costituiscono una mirabile scenografia con tutti gli adepti di bianco vestiti nello stesso tempo costruiscono un enorme mandala umano.
Gli intenti alla base di questa Paneurhythmya, di questa danza cosmica di saluto all’anno nuovo contengono molti spunti simili a quelli con i quali ci si accosta a creare un mandala.
 
La ricerca di benessere, l’armonia con la natura, la pace cosmica e la verità del cuore sono sentimenti spesso descritti da chi pratica il mandala nelle sue diverse forme sia come meditazione sia come “cura” per la propria anima e per il proprio benessere.
In questo caso il carattere simbolico e mistico è rafforzato dal fatto che la gente danzi in enormi cerchi concentrici e rimanda ad esperienze mistiche popolari note fin dall’antichità.
La danza del Sole dei Nativi Americani, piuttosto che un valzer o un girotondo dei bambini o la danza sacra dei Dervisci o la recita delle preghiere intorno agli stupa fatte dai monaci tibetani sono tutti esempi di sistemi simbolici che raccontano per via di un linguaggio fatto di gesti, segni e suoni esperienze spirituali molto forti.
Il legame con la credenza popolare e il desiderio di uniformarsi con i ritmi della natura e dell’Universo sono parte di un rito che ha origini antiche. Già tra i celti, tra i greci e i romani si celebravano le feste del raccolto. Un modo per salutare l’estate e andare incontro all’autunno, ringraziare madre terra per i doni e i frutti e nello stesso tempo prepararsi per la stagione fredda.
 
Quale modo migliore allora per celebrare la vita che organizzare una danza mandalica?
Tutto è studiato per rendere ogni passo, secondo le litanie e le movenze cadenzate un modo per entrare in contatto con la natura, con i ritmi ancestrali che ci legano  al cosmo e ai suoi cicli e alle sue stagioni. Così ecco che migliaia di persone tutte riunite in una cornice suggestiva celebrano l’eterno ritorno della vita e della morte. Esattamente come agli albori della civiltà. Quando le prime culture stanziali e contadine festeggiavano nel mese di agosto i raccolti e le divinità ad essi collegate.  
 

Un momento importante nella vita sociale delle comunità in cui si celebrava la sopravvivenza delle genti e il cibo che ne garantiva la sussistenza. Una tradizione consolidata e diffusa in tutto il mondo dall’Europa del Nord dove gli Irlandesi festeggiavano il Lughnasadh, la festa del primo raccolto e del pane, nel sud Europa tra i Greci e i Romani, che festeggiavano con le feriae Augusti (riposo di Augusto da cui l’odierno Ferragosto) la fine dei raccolti, si inneggiava a Proserpina e Cerere che con il loro mito ricordano l’abbondanza, l’alternarsi delle stagioni e la morte e rinascita della vita. Sempre nei  giorni di Agosto, dall’altra parte del globo gli Atzechi celebravano il mais, fonte non solo di approviginamento ma pure una divinità da cui sono nati gli uomini e le donne. Mentre nel Nord AmericaCherokee, i Crek e i Seminole inneggiavano al Grande Spirito dispensatore di doni e di cibo. Con la stessa intenzione in Africa nel Ghana una tribù festeggia in questi giorni l’Homowo, per un intero fine settimana oltre a ricordare i morti si festeggia dando cibo agli dei per placarli, e ringraziarli del raccolto.

 
Ciò che mi interessa sottolineare in questo caso è la stretta connessione tra la celebrazione del raccolto, e il concetto della fine e la rinascita della vita e la rappresentazione di tutto attraverso una danza circolare.
Forse è da cercare in questo la base della scelta di far iniziare l’anno con i riti di fine agosto e quindi organizzare una grande danza collettiva?
Probabile. Cio’ che ancora una volta mi sorprende e mi affascina è l’affinità tra i riti sociali antichi, le costruzioni spirituali moderne e le forme mandaliche. Queste ancora una volta si confermano simboli di speranza e espressione di complicità tra la vita quotidiana e i bisogni dello spirito che animano l’uomo da sempre.
 
 
Fonti:
Jennifer Cole, Ceremonie autur de saisons
http://www.beinsadouno.org/en/node/1983
http://en.wikipedia.org/wiki/Paneurhythmy
http://panevritmia.info/?lang=en
http://www.ghanaweb.com/GhanaHomePage/tribes/homowo_festival.php
http://en.wikipedia.org/wiki/Homowo
http://en.wikipedia.org/wiki/Lughnasadh

Testo orignale su www.mandalaweb.info pubblicato 21 ago 2010

http://www.mandalaweb.info/approfondimenti/news/mandalatradanzeeritidifineagostopaneurhythmya