pubblicato 14 feb 2013, 13:03 da Annalisa Ippolito   [ aggiornato in data 14 feb 2013, 13:08 ]

Monica Morganti e’ una psicologa e psicoterapeuta transpersonale con formazione junghiana, esperta nell’uso del mandala nella terapia, e’ anche pittrice di mandala e autrice di diversi testi e uno molto interessante sul mandala “ Il cerchio magico nella stanza dell’analista”. Di seguito uno scambio avvenuto tra Monica e me, sul mandala.
Annalisa Ippolito: Buongiorno Monica, la domanda e’ d’obbligo. Come sei arrivata al mandala, o meglio, com’e’ arrivato il mandala nella tua vita?Monica Morganti: Il mandala è arrivato nella mia vita spontaneamente. In un periodo di riflessione sul senso delle cose che andavo facendo ho cominciato a dispegnare mandala a mano libera . solo in seguito ho “scoperto” cosa fossero i Mandala nella tradizione buddhista e nella psicologia junghiana. Direi che sono davvero emersi dal mio inconscio.
A: Ricordi ancora il primo mandala che hai disegnato o colorato?M: So qual’ è il primo Mandala che ho dipinto. Dopo anni di mandala disegnati e colorati con i pastelli mi sono sperimentata su una tela e ho creato ORDINE, era il 1999 e lo potete vedere nella galleria del mio sito http://www.monicamorganti.com/area/mandala/in-esposizione/ (immagine sotto a destra su questa pagina)
A: Che cos’e’ per te il mandala?M: Per me il mandala è tante cose: un momento di pace, uno strumento di chiarezza mentale, una tecnica per entrare nel proprio inconscio, uno strumento di lavoro, un atto di creatività gioiosa…
A: Quali sono i benefici dello strumento mandala in una terapia e “nell’auto-terapia”?M: Il mandala nella terapia permette di cogliere aspetti di un problema, di un tema o di una sensazione integrando aspetti inconsci con quelli già noti alla coscienza. È uno stimolo di approfondimento e sempre una sorpresa!
A: Quali sono le difficolta’ maggiori che si incontrano usando il mandala come terapeuta? Ci sono controindicazioni nell’uso del mandala?M: Il mandala non presenta difficoltà in terapia, da indicazioni che sono chiare anche al paziente. Il disegno e i colori ti parlano con grande chiarezza, per questa ragione non ci sono neanche controindicazioni.
A: Oggi assistiamo ad una diffusione sempre maggiore del mandala, per la sua semplicita’ di approccio e per la sua bellezza, ma qual e’ il rischio per chi si avvicina al mandala da formatore senza una adeguata preparazione?   M: Io credo che il “formatore” non debba mai avere la presunzione di leggere il mandala al posto di chi l’ha fatto. Noi possiamo indicare quale sia il significato simbolico dei colori e delle forme, come io ho fatto nei due libri che ho scritto sul mandala, ma sono solo suggerimenti, tracce. Chi ha disegnato il mandala deve osservarlo e lasciare che gli dia delle suggestioni.
A: Hai, o hai avuto, dei modelli nella formazione sul mandala a parte C.G. Jung?M: Non ho avuto né ho modelli nella creazione dei miei mandala. Sorgono da dentro. Quando guardo la galleria sul mio sito mi stupisco sempre sia per la quantità dei miei quadri, sia per la loro assoluta eterogeneità. Sono davvero lo specchio della mia anima in questi anni.
A: Nel tuo libro “Il cerchio magico nella stanza dell’analista”, parli dell’uso del mandala e della favola come prassi in terapia. Vuoi condividere qualche elemento sulla modalita’ di questa prassi?M: In terapia talvolta io offro al paziente una serie di mandala già disegnati, che sono presenti nel mio IL CERCHIO MAGICO.MANDALA DA COLORARE  per scegliere quello che più risuona rispetto al tema che stiamo trattando e lo invito a colorarlo. Poi gli faccio dare un titolo e lavoriamo sui colori, il titolo, le emozioni. Quando serve partendo dal titolo lo invito a scrivere una favola e poi lavoriamo su disegno e favola insieme.
A: Sei anche una pittrice di mandala, usi delle tecniche particolari? M: Io sono una pittrice autodidatta e quindi ho la libertà di sperimentare . quando ho iniziato usavo i colori a tempera ma poi ho avuto bisogno di qualcosa di più potente e sono passata agli acrilici. In questa fase sono molto materica e ho bisogno di dare spessore ai miei quadri e quindi uso collage, pietre, perle, fiori. Sono continuamente alla ricerca di modi per “tirare fuori” quello che sento…
A: Un’ultima domanda, puoi condividere con noi i tuoi prossimi progetti con il mandala?M: I progetti che ho con il mandala riguardano sia la terapia che i quadri.  Nei prossimi mesi terrò a Roma due giornate di mandalaterapia di gruppo sul tema della Rabbia e del Senso di colpa; come pittrice invece sono stata invitata ad esporre i miei mandala a Londra in marzo e a Shanghai in luglio e devo dire che portare i mandala in Cina mi emoziona molto!!
Grazie per la tua collaborazione. 
Maggiori informazioni sul lavoro di Monica Morganti sul suo sitohttp://www.monicamorganti.com/