Nei mandala intuitivi emergono talvolta simboli poco consueti, figure dotate di una storia e di un significato arcaico, veri e propri meme o archetipi collettivi. Tra questi la bocca.
Sul piano simbolico, la bocca evoca vita, respiro, nutrimento ed erogeneità; neurofisiologicamente, occupa rappresentazioni corticali motorie e sensitive. Fin dalla primissima infanzia, infatti, essa è veicolo di conoscenza e di appagamento dei bisogni primari, oltre che di legame affettivo con il mondo. Non a caso diciamo «prendere una boccata d’aria», «avere fame di conoscenza», «restare a bocca aperta»: locuzioni che attestano la sua centralità emotiva e cognitiva.
Nelle tradizioni religiose e filosofiche la bocca è spesso intrecciata alla parola. Nel Buddhismo rappresenta il canale della parola di verità, ammonendo contro l’inganno; nella Genesi il soffio divino infonde la vita, mentre in molte cosmogonie il verbo può tanto creare quanto distruggere. L’Oracolo di Delfi trasmetteva i responsi attraverso la propria bocca, veicolando la voce degli dèi; nel folklore giapponese la Futakuchi‑onna (la donna dalle due bocche) incarna la scissione fra persona pubblica e privata. Da un punto di vista junghiano, la bocca si associa ad Apollo, dio del canto e del sole, ponendo così in relazione verbo e fuoco; analogamente, in ambito vedico, Agni presiede sia alla fiamma sia al canale orale, a cavallo fra creazione e distruzione.
Nei mandala tradizionali tibetani la bocca delle divinità irate è spalancata e traversata da lingue di fuoco, a enfatizzarne la forza apotropaica; nell’iconografia hindù, Kali esibisce la lingua protrusa a simboleggiare la sua insaziabile potenza trasformativa. In ogni mito la bocca rimane soglia fra interno ed esterno, (ingerire, vomitare), ponte fra mondo spirituale e materia. Il folklore celtico ne fa addirittura la “Bocca dell’Inferno”, voragine mostruosa che inghiotte l’ignoto.
Nel mandala contemporaneo e individuale, infine, la figura della bocca può riflettere dinamiche psichiche legate alla comunicazione del Sé: una bocca grande o spalancata può alludere a vulnerabilità, timore del giudizio o desiderio inespresso di dar voce ai propri pensieri. Sul piano analitico, essa segnala il bisogno di integrare gli aspetti orali del complesso individuale e di riconciliarli con il processo di individuazione.
In sintesi, la bocca, nel suo duplice statuto di organo biologico e di simbolo archetipico, ricorda costantemente il rapporto tra nutrimento e parola, tra interno ed esterno, tra distruzione e creazione: una dialettica che il mandala, con il suo cerchio di senso, rende visibile e meditabile.
Fonti:
C. Morel, Dizionario dei simboli dei miti e delle credenze,
Chevalier-Gheerbrant, Dizionario dei simboli
Cirlot, Diccionario de mbulos,
Guenon et altri
Foto di copertina Collage di Annalisa Ippolito con foto del proprio archivio. E. Munch l’Urlo, E. Scardovi Mandala, Tenzing-Rigdo La bocca, Beurspassage Amsterdam.
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