di Annalisa Ippolito

Il Mandala: Krishna Yamari with Vajra Vetali (Tibetan: shin je she nag) dipinto su cotone, risalente al XV secolo e proveniente dal Nepal, presenta al centro del mandala la divinità Krishna Yamari, una forma adirata di Manjushri, il Bodhisattva della Saggezza.
Questo dipinto è molto probabilmente stato commissionato e realizzato nel monastero di Ngor Ewam a Tsang Tibet, ma è indubbiamente opera di un artista newar della valle di Kathmandu che ha seguito lo stile tradizionale di pittura newar.
Yamari è rappresentato con sei facce e sei mani. Le due facce a destra sono bianche, mentre le due facce a sinistra sono rosse e le facce centrali principali sono nere. Le sue prime due mani tengono un vajra e una campana incrociati al cuore, simboli dell’unione di saggezza (conoscenza della realtà) e metodo (azione compassionevole). Le due mani centrali tengono una coppa del cranio e un lazo, mentre le ultime due mani tengono una spada e un bastone. I suoi capelli, le sopracciglia e la barba sono arancioni e fluttuanti verso l’alto, e porta una corona di cinque teschi secchi e una collana di cinquanta teschi freschi. Serpenti e gioielli ornano la parte superiore del suo corpo, mentre la parte inferiore è coperta da una pelle di tigre. (Konchog Lhundrub, 1497-1557).
Nel dipinto, Yamari è raffigurato in un abbraccio cosmico con la sua consorte femminile, che simboleggia nuovamente l’unione di saggezza e compassione.
Il mandala è concepito come una guida per pratiche complesse del buddismo tantrico, come la meditazione di visualizzazione, e può anche fungere da oggetto rituale e talismano protettivo. In questo caso, l’immagine di Yamari può ispirare il meditante a riflettere e visualizzare il proprio percorso verso la saggezza e la compassione.

photo collection Asian Art Rubin Museum