di Annalisa Ippolito

Quando ti chiedo di ascoltarmi
E tu cominci col darmi consigli
Non hai fatto ciò che ti ho chiesto.
Quando ti chiedo di ascoltarmi
E tu inizi a dirmi perché non dovrei sentirmi in quel modo
Stai calpestando i miei sentimenti.
Quando ti chiedo di ascoltarmi
E tu senti che devi fare qualcosa per risolvere il mio problema
Tu mi hai ingannato, per quanto strano possa sembrare.
Quando tu fai qualcosa per me che io posso e ho bisogno di fare per me stessa
Tu contribuisci alla mia paura e alla mia debolezza.
E allora ti prego di ascoltarmi e di non fare altro che starmi a sentire
E se vuoi parlare, aspetta un minuto che giunga il tuo turno;
ed io ti ascolterò

Irene Whitehill

Anche colorare un mandala è un modo per mettersi in ascolto. Ma l’ascolto prevede non solo generosità, empatia, accoglienza non giudicante, ci vuole allenamento. Ascoltatori non ci si improvvisa, specie nella cosiddetta relazione di aiuto. Altrimenti assistiamo a uno sfogo, che sul momento alleggerisce le emozioni provate, ma poi passato quel temporaneao sollievo riporta allo stato primitivo di sofferenza.

E il mandala? Il mandala è, tra le altre cose, uno strumento per ascoltare se stessi e gli altri. Spesso quello che le parole non riescono ad esprimere. Sollecita e libera non solo immagini ma anche energie della mente che si colorano e prendono sfumature impensate, in qualche modo parlanti.

Ci sono diversi livelli di ascolto. Quello più esterno è adatto a tutti e tutte. Ciascuno si può mettere davanti a un foglio prestampato o a un cerchio disegnato da riempire come si vuole. Già questo è una espressione di sè, in più è una meditazione e la meditazione si sa, fa bene. Tuttavia non è colloquio. Il colloquio con il mandala viene in un secondo tempo, quando cominciamo a guardarlo, vedendone forme, colori e sfumature. Quando queste rappresentano immagini interiori e significati profondi, però, è necessario farsi accompagnare da chi il ruolo di ascoltatore lo fa per professione. Se poi ha anche conoscenza del mandala in quanto tale è meglio, ma comunque meglio fidarsi di chi ha alle spalle un percorso di formazione piuttosto che qualcuno che si offre di leggerti, spiegarti, insegnarti, chi sei e come sei anche attraverso i colori e le forme, oltre che le parole.

Il pensiero e il linguaggio intimo e segreto del cuore, dell’anima e della salute mentale necessitano di rispetto. Anche le emozioni. E anche chi offre agli altri il proprio tempo e le proprie competenze per partire insieme in un viaggio rivelatore di crescita e scoperta ne necessita .

Il mese della salute mentale ufficialmente è ottobre, io direi che tutto l’anno c’è bisogno di ricordarsi di stare bene… cominciamo da gennaio.