Noi siamo un mandala fin dalla nascita e anche prima, siamo una sola realtà con il cosmo, le sue energie e i suoi elementi. E con il miracolo della vita.
Nella foto un ovocita fecondato (grande circa 100 µM micron) fa bella mostra di sé raccontandoci una verità fatta di chimica, medicina e poesia.
In ciascuno di questi microscopici frammenti di vita è contenuta una forma mandalica ciascuna rammenta altrettanti simboli e numeri propri del mandala.

Il singolo cerchio con il punto è la raffigurazione del principio di tutte le cose, non solo l’essere umano in potenza, pure dell’Uno inteso come l’intero divino, è il Bindu induista, quel punto da cui tutto ha origine a cui tutto ritorna come la vita, come il mandala.
La cellula divisa in due, ricorda la comparsa dell’alterità, un uno che si trasforma in due, la prima esperienza di creazione, la genesi degli opposti, simili e diversi, l’apparizione del dubbio rispetto alla certezza solitaria e individuale, rappresenta la prima esperienza di separazione, dell’essere parte di un tutto seppure divisi, il concetto di yin e yang in fieri, opposti che si attraggono e si respingono in una continua ricerca di equilibri. Il primo ciclo di alternanze, il giorno e la notte, la luce e il buio, il sole e la luna, il bene il male, il coraggio e la paura, la forza e la debolezza, le due metà di un intero che si cercano per colmare quella separazione che, avvenuta fin dall’inizio, non può che saldarsi solo alla fine.
La divisione in quattro parti evoca l’orientamento del mandala, i punti cardinali e i guardiani posti davanti alle porte del mandala. E il palazzo celeste, in cui il numero quattro è l’espressione delle forze cosmiche creatrici ordinatrici dell’universo, base dell’armonia tra spazio e tempo.
E anche l’ultima immagine di questa sequenza ha una radice mandalica, sette cellule intorno a quella centrale. I sette pilastri della saggezza più l’uno, rimandano alla conoscenza divina e al ritmo dell’infinito e dell’eterno ritorno, come pure all’ottuplice sentiero e ai petali del loto simbolo di conoscenza e del rapporto tra “l’illuminazione divina” e l’essere umano.

Questa serie di immagini dell’ovocita evidenzia la relazione dell’uomo con il cosmo, essa contiene in sé ogni elemento che costituirà l’essere umano anche se ancora da sviluppare e rivela il legame indissolubile tra la vita e il cammino di trasformazione per arrivarci.
Sono tutte immagini che rimandano al significato più profondo e antico del mandala in cui i simboli sono un riflesso del rapporto trale forze generatrici dell’universo-macrocosmo e la vita dell’essere umano-microcosmo.