A Villa Empain, presso la Boghossian Foundation a Brussels fino a Febbraio 2014 si possono ammirare delle opere d’arte molto originali e mandaliche.
I disegni di Jonathan Bréchignac stupiscono. Questo artista francese, che lavora come art director a Parigi, ha mixato culture, forme e stili da tutto il mondo riproducendoli con delle penne bic su dei fogli dalle dimensioni di un tappeto da preghiera islamico.

L’insieme e’ particolarmente realistico e, da lontano sembra di vedere dei veri e propri tappeti bicromi, tessuti in blu-bianco o in bianco-nero, cio’ che colpisce e’ che non sono tessuti, ma creati con delle penne sfera.
Le immagini sono particolarmente ricche ed elaborate e pervase da un eclettismo stilistico che risente di influenze culturali molto diverse.

Guardando le opere di Bréchignac non si puo’ fare a meno di notare influenze romaniche, giapponesi, messicane e dei nativi dell’America settentrionale e della geometria sacra greca. L’artista traccia linee e punti direttamente sul foglio, in un processo di creazione dettagliato e lungo, che richiede mesi di lavoro paziente. Alcune delle opere in mostra hanno richiesto dai sette ai nove mesi di lavoro, mentre lui stesso ricorda che il suo primo “tappeto” e’ stato creato in un anno e mezzo.

Il lavoro certosino profuso nelle sue creazioni e’ per Bréchignac una maniera di meditare di immergersi nella creativita’ e nella sapienza antica come fosse un amanuense o un monaco in meditazione. Ogni ora passata a “scrivere segni” e’ per lui un modo di “rilassarsi, concentrarsi e svuotare la mente”.

Le immagini sgorgano immediate, emergono spontaneamente dalla sua interiorita’ durante il lavoro, quasi si chiamano l’una con l’altra. In questo processo il lavoro del giovane artista francese ricorda molto il percorso del mandala che emerge durante la meditazione come figura spontanea, mentre il cuore, la mente e l’anima si allineano e si svuotano da ogni pensiero inutile.

Cio’ che mi viene in mente guardando le opere di Jonathan Bréchignac e’ che queste immagini fanno parte di un’arte e di una sapienza universali che usano un linguaggio piu’ sottile e antico con cui e’ piu’ facile relazionarsi perche’ simbolico, condivisibile e in cui ciascuno si puo’ riconoscere. La penna dunque non ha scritto parole per essere tradotte ma ha lasciato segni e tracce dell’anima. E questo rende le opere toccanti, profondamente espressive e mandaliche.

Testo originale pubblicato 30 set 2013 su www.mandalaweb.info http://www.mandalaweb.info/persone-e-mandala/inchiostrobluemandalaperl%E2%80%99artedijonathanbrechignac