Il Disco di Festo e’ un manufatto di argilla, ritrovato negli scavi dell’omonima citta’ nell’isola di Creta dall’archeologo Luigi Pernier nel 1908. E’ uno dei reperti archeologici piu’ controversi della storia dato che la sua attribuzione e’ ancora incerta, la scrittura indecifrabile e alcuni studiosi hanno persino messo in discussione la sua autenticita’.

La tavoletta, di circa 15 cm di diametro con uno spessore di circa 2cm risulta incisa su entrambe le facce con circa 241 caratteri figurati ripetuti in gruppi che si svolgono in forma spirale verso il centro del disco.
I diversi gruppi di caratteri sono divisi per mezzo di un tratto inciso in senso radiale, componendo cosi’ una sorta di ideale raggio del cerchio. Ad oggi e’ ancora impossibile decifrare la scrittura in quanto non si hanno fonti e riferimenti di alcun genere e non ha alcuna relazione con le scritture cretesi gia’ conosciute.

Il Disco rimane dunque un codice sconosciuto destinato a suscitare fantasie e immaginazione a meno di un ritrovamento che dipani il mistero dell’interpretazione dei segni.

La forma circolare, la struttura spiraliforme e la struttura a raggiera del Disco di Festo sono un forte richiamo agli elementi e forme del mandala.
La spirale e’ uno dei piu’ antichi simboli del mandala. Con la sua forma circolare che si avvolge verso l’interno, e’ sinonimo di energia profonda, capace di guidarci fino alla parte piu’ nascosta e misteriosa di noi, mentre al contrario, quando procede verso l’esterno esprime l’apertura la disponibilita’ ad aprirsi all’incontro, al mondo e ad altro. E’ un simbolo di energia pura, dell’origine dell’Universo quando la scintilla ha permesso alla materia di concretizzarsi questa lo ha fatto con una spirale. E quando la inseriamo in un mandala generalmente siamo in un periodo particolarmente effervescente.

I raggi del cerchio uniscono il centro e la periferia in un continuo movimento di respiro e scambio garantendo un fluido e armonico movimento. Sono quelle vie che ci permettono di entrare in contatto con l’esterno, con gli altri senza sentirci in nessun modo qualcosa di meno o qualcosa di piu’. Sono le mille possibili evoluzioni di una situazione e le numerose strade che possiamo percorrere per risolvere un nostro problema o per trovare una soluzione che ci soddisfi nel profondo.
I raggi sono le nostre idee, i nostri vicini, gli incontri fortuiti e “casuali”, sono le nostre possibilità’ di essere al meglio noi stessi.

Entrare nella spirale talvolta puo’ spaventare, puo’ essere doloroso, ma necessario per poter guardare la nostra verita’ e la nostra essenza e per questa via ritrovarci. Puo’ voler dire guardare aspetti di noi che non ci piacciono, che non vorremmo vedere, che sono li’ a darci fastidio; che pero’, se accettati e conosciuti, diventano occasione, opportunita’ di crescita e autenticita’.

Giungere al centro e poi riemergere ci rende piu’ forti e possibilmente consapevoli delle nostre capacita’ di essere creativi e trovare soluzioni innovative anche a problemi apparentemente insolubili.

Fonti:
Dizionario dei simboli
S. Fincher, creating Mandala
C. Di teodoro, Itinerario nell’arte

 

Testo originale pubblicato su www.mandalaweb.info il 10 mar 2014 

http://www.mandalaweb.info/approfondimenti/news/ildiscodifestoelaspiralemandalicamarzo2014