Lo zodiaco di Dendera costituisce uno dei piu’ antichi esempi di riproduzione della volta celeste conosciuti al mondo.
E’ costiutito da un disco di pietra ad alto rilievo originariamente collocato al centro del soffitto della sala dei Misteri o sala della Conoscenza, nel tempio della dea Hathor, a Denderah, in Egitto. Attualmente e’conservato al museo del Louvre mentre nel tempio e’ collocata una copia.

La pietra incisa e’ lunga mt 4,50 e larga mt 3, ha uno spessore di mt 1,20 e pesa circa 60 tonnellate. Diversi e controversi studi sul disco di pietra hanno stabilito che la datazione della manifattura risale al tardo impero romano, ma la riproduzione della volta celeste e’ quella dell’anno solare conosciuta e studiata gia’ nel III millennio a.C. dai Babilonesi.

Alla civilta’ babilonese si deve la divisione del ciclo del sole nel cielo in un cerchio di 360°, suddiviso in dodicesimi che rispettano l’alternarsi delle 12 lune. Lo zodiaco era dunque un calendario, uno strumento di conoscenza e custodiva le norme per misurare il tempo e suggeriva i migliori momenti per le attivita’ agricole e quelle sociali.

Leggendo le immagini dall’esterno all’interno si notano 12 figure esterne 4 agli angoli in piedi e 8 a coppie inginocchiate, rappresenterebbero i 12 mesi dell’anno, le loro braccia si riferiscono alle 24 ore del giorno e le 4 coppie inginocchiate rimandano ai 4 punti cardinali.

All’interno dello zodiaco sono riconoscibili i segni zodiacali all’epoca conosciuti che ancora oggi conservano i loro significati, simboli ed attributi.
Ognuno di essi ha una precisa collocazione che ripete la situazione della volta celeste in un preciso momento dell’anno e della storia. La tesi piu’ accreditata e’ quella relativa all’eta’ del Toro, che sarebbe iniziata circa 4000 anni a.C.

Il Toro e’ uno dei segni zodiacali fissi, a cui la spiritualita’ e la mitologia egiziane erano particolarmente devote, ma che ha radici in tutte le antiche civilta’ indo-mediterranee. Lo stesso tempio di Dendera e’ dedicato alla dea Hathor che era rappresentata come una vacca sacra, simbolo della fertilita’ e omologa egiziana di Venere dominatrice del segno del Toro e simbolo di sensualita’, di fecondita’ e della propensione al piacere.
Un culto talmente antico da essere menzionato anche nella Bibbia quando Mose’ vieto’ il culto del toro al suo popolo che aveva costruito un vitello d’oro mentre vagava nel deserto per sostituirlo con il Dio che non conoscevano.(Esodo 32: 8 e sgg.).

Gli altri segni contribuiscono a costruire la posizione della volta celeste e ancora oggi conservano i loro antichi segni grafici.
L’ Ariete corrisponde all’inizio dell’anno, all’equinozio di primavera, quando tutta la vita vegetale si risveglia ed e’ collegato al periodo propizio per i festeggiamenti agricoli, per le feste di primavera. Il gambero rappresenta il Cancro ed e’ collegato con il solstizio d’estate, quando il sole e’ nel punto piu’ alto e dallo zenit si avvia al nadir. Il Leone collegato al caldo estivo rappresenta l’estate ed e’ simbolo del fuoco l’elemento collegato al sole. Il dio venerato quale portatore di luce e calore, di vita e generazione in quasi tutte le civilta’ del Mediterraneo, delle Ande e nel Medio Oriente fino alla Cina. Il segno dell’autunno invece corrispondeva alla Bilancia che indicava l’equilibrio tra la notte e il giorno che si ripete ogni anno nell’equinozio; lo Scorpione, invece, simboleggiava il declino del potere del sole, simbolo di oscurità perche’ vive nascosto e fugge la luce indica il momento dell’agonia della natura della vegetazione, coincide con la festa di Ognissanti e la caduta delle foglie. Mentre l’Acquario corrisponde alla stagione delle esondazioni del Nilo, la stagione piovosa in cui il limo copriva la terra e la rendeva fertile per il nuovo ciclo annuale che riprendeva con l’ultimo segno dello zodiaco quello dei Pesci, simbolo del ritorno alla vita e riordino delle attivita’ agricole.

Al di la’ delle interpretazioni e degli studi lo Zodiaco di Dendera rimane un grandissimo esempio di come la vita culturale e sociale di un intero popolo fosse dominata dalla scansione spazio-temporale e quanto le informazioni relative a questi dati infliuenzassero il potere decisionale sulla collettivita’. I sacerdoti ammessi nel tempio erano coloro che conoscevano i misteri, coloro che studiavano gli astri e le stelle e coloro che predicevano le inondazioni e gestivano i ritmi della vita sociale e agricola intorno al fertilissimo Nilo.
Una volta di piu’ il circolo, il cerchio incarna la forma perfetta per rappresentare un mistero, una realta’, un simbolo sacro, e’ usato per indicare il cammino e scrivere la storia, in maniera maestosa e originale oscillando tra il passato e il futuro conservando la memoria e illuminando le aspettative di un eterno ritorno.

Fonti:
http://www.geocities.com/astrologysources/classicalegypt/dendera/
http://en.wikipedia.org/wiki/Dendera_zodiac
http://www.mazzaroth.com/ChapterOne/TranslateDenderah.htm
http://brunelleschi.imss.fi.it/galileopalazzostrozzi/oggetto/ZodiacoDendera.html
http://it.wikipedia.org/wiki/Tempio_di_Dendera
http://www.aneshvarii.eu/cleo/Astrologica/denderah.htm

 

Il testo originale si trova sul sito www.mandalaweb.info  con il titolo “Lo Zodiaco di Dendera: un mandala del tempo”