Nelle notti tra il 31 gennaio e il 2° febbraio si celebra una festa particolare dedicata alla luce e al pallido ritorno del sole. È la festa che anticamente sanciva il tempo mediano tra il solstizio d’inverno e l’equinozio di primavera. Una festa dedicata alla presenza di semi sotto la neve che nell’inverno ghiacciato cominciano a dare segni di vita e preannunciano il ritorno della primavera. Le giornate si allungano e il sole torna a splendere per più ore al giorno. Gli animali si spingevano per la fame più vicino ai villaggi e il loro comportamento dava suggerimenti da interpretare sulla fine della stagione fredda e l’ambito ritorno della primavera.

Celebrazione antichissima, dai romani era chiamata Lupercalia, dai celti Imbolc (pronuncia Immol’c) detta anche Oimelc o Imbolg, nel cristianesimo è diventata la Candelora, negli Stati Uniti è chiamato il “giorno della marmotta”.

Alcuni simboli legati alla tradizione popolare della festa di Imbolc sono interessanti perché si rintracciano anche nella tradizione del mandala.
La figura più interessante e ricca di allegoria è sicuramente Santa Brigida o Brigit, la cui festa ha sostituito quella di Imbolc nelle zone un tempo abitati dai Celti.

Brigit, è una figura tra leggenda e verità storica, le sono state dedicate diverse biografie e la sua figura è probabilmente derivata da una fanciulla che, con un gruppo di druidesse viveva nella zona Kildare o Kildaire (Cill-dara cioè chiesa della quercia) e onorava Madre Terra custodendo il fuoco sacro. Pare che abbia abbracciato il cristianesimo portando con sé tutte le sue conoscenze magiche e scientifiche così da diventare la patrona della guarigione, della fertilità, delle arti e della poesia, in suo onore esistono moltissime poesie e benedizioni.
Spesso raffigurata in tre versioni, detta anche le Tre Brigitte, riassume in questa immagine le tre età della donna, dalla fanciullezza alla vecchiaia passando per l’età adulta.
Ha diversi attributi, il serpente o bastone, la croce di giunchi d’avena con quattro bracci uguali dentro un cerchio, la ruota del filatoio, la coppa, lo specchio, il mantello verde.
Ciascuno di questi attributi ha un suo significato e rimanda a un simbolo mandalico.

Brigit è spesso raffigurata come un serpente che emerge dalla terra risvegliandosi dal letargo invernale, come la marmotta negli Stati uniti, dal cui comportamento si evince quanto durerà ancora l’inverno. Il serpente è un animale totemico preistorico. Diffuso in tutte le culture ha valore sia positivo che negativo. È il simbolo dell’eterno ritorno nella raffigurazione del Uroburos, è Kundalini, l’energia primordiale che circola nel corpo, situata alla base dei nostri chakra, è il simbolo di guarigione attorcigliato intorno al caduceo di Mercurio, è la tentazione di Eva, è Midgard il serpente che attorciglia il mondo scandinavo delle origini, è Kukulkan il dio piumato dei Maya che sovrintende all’agricoltura. Il serpente è considerato l’anello primordiale della vita, non ha zampe e striscia, mentre l’uomo è visto come l’ultimo e più evoluto degli esseri. Con la sua forma ricorda il cordone ombelicale, o un fallo, o quando è posto intorno all’uovo cosmico simbolo femminile, diventa allora il seme fecondante. Per la sua capacità di cambiare pelle è associato all’idea di rinascita, rinnovamento e cambiamento. Per questo la dea Brigit ne assume la forma o ne è accompagnata. Nel mandala il serpente spesso ci invia un messaggio di voglia di rinnovarsi, di guardare nelle profondità del nostro essere, oltre che la capacità sanatoria e la voglia di cambiamento insiti nella nostra anima.
Nei suoi significati meno luminosi ha quello del male, dell’oscurità, del torbido il suo veleno è capace di uccidere, ma se usato con sapienza anche di guarire. È un animale ambivalente e molto interessante.

Nella tradizione delle campagne gallesi in onore di Brigit e della Terra madre vengono preparate le cosiddette croci di Brigit, esse sono costruite con rametti di avena, orzo o giunchi, hanno quattro bracci uguali racchiusi in un cerchio. L’immagine è un chiaro richiamo alla forma simbolica del sole oltre ad essere un mandala primordiale. Il sole è il simbolo della luce e la festa di Imbolc è una delle quattro feste dedicate al ritorno del sole che nel calendario celtico segnavano la ruota dell’anno. La croce di Brigit si conserva per un anno, si appende sulla porta di casa come segno beneaugurante, ma anche nelle stalle perche’ gli animali abbiano sufficiente latte e salute nell’inverno.

Mandala Croce di Birgit _ Annalisa Ippolito

La croce con quattro bracci uguali indica i quattro elementi di cui Brigit, la druida, era padrona. L’aria, il fuoco, l’acqua e terra, sono anche i quattro elementi di cui l’intero universo è formato, ma corrispondono anche ai quattro punti cardinali e alle direzioni nord, sud est ovest, che sostenute dalla croce orientano il mondo e impediscono al caos di regnare. Ogni anno le vecchie croci vengono bruciate per far posto alle nuove e nello stesso falò finiscono anche le ghirlande di Natale. Così in occasione della festa di Brigit il fuoco purifica dalle energie stantie e usurate dell’inverno e prepara ai prossimi germogli. Il fuoco ricorda anche che la vita sulla terra ha bisogno di calore per tornare a splendere dopo il rigori dell’inverno. E tutti i fuochi rappresentano un invito al Sole a tornare splendente e fulgido datore di vita.

La croce nel mandala è un forte richiamo ai valori del numero quattro, all’equilibrio e alla realizzazione dei propri progetti. È un simbolo di unità ed è legata alla creazione oltre che al simbolo cristiano della salvezza.

La ruota del filatoio è un richiamo al tempo, alle attività domestiche e alla ruota dell’anno, che scandisce il tempo. Nel mandala, non si trova spesso ma il simbolo della ruota o il cerchio hanno lo stesso significato della ruota dell’anno, richiamo il concetto di unità e di ciclicità.

Mandala Imbolc _ Annalisa Ippolito

La coppa è un riferimento al ventre materno, in cui la vita è custodita e il rimando all’allegoria della dea Terra Madre che durante l’inverno trattiene nel suo grembo i semi per lasciarli dischiudere a primavera quando lascia sgorgare la vita. Inoltre, la coppa è un richiamo all’acqua fonte di vita e strumento di purificazione al pari del fuoco. La coppa ha numerosi significati tutti legati alla sua forma di contenitore. La coppa si trasforma nel sacro Graal contenente il sangue di Cristo, ma anche il contenitore dell’ambrosia e di ogni bevanda che da l’immortalità, la forza, la conoscenza, la saggezza. È uno strumento che permette di far circolare le energie del Bene, è il veicolo dello scambio e della comunicazione tra le persone. Nei mandala sia tradizionali sia individuiali la coppa è presente in diverse forme, con dei significati non dissimili. È il contenitore cui affidiamo il nostro sapere, ma anche i nostri sforzi per migliorare le nostre qualità.

Lo specchio è uno strumento di divinazione, usato anche nel buddismo perché’ smaschera le bugie e ci mette di fronte alla verità di noi stessi, nel mondo celtico simboleggia l’immagine del mondo magico e pieno di saggezza cui accedono gli eroi e gli iniziati.

Il mantello verde di cui Brigit si copre è la natura, la primavera che avanza. È la

foto dal web, auton unknow

vita che non muore e che si trasforma in prati, fiori e frutta dopo un lungo riposo. È il simbolo della giovinezza e del colore brillante del cambiamento, avvenuto con fatica e dolore, non senza pericolo, perché ricordiamo che gli inverni sono simbolo di perdita e fisicamente un inverno rigido poteva mettere a repentaglio la vita con malattie e febbri mortali. Il verde è il colore della speranza, della giovinezza e infatti Brigit è la dea giovane che si contrappone alla vecchia Cialleach, la reginsa spirito dell’inverno e al Vecchio Yule, il saggio uomo degli alberi Green man. Il verde è il colore più intimamente collegato ai colori simbolici di Brigit.

I colori di questo periodo sono leggeri, tenui, le tinte pastello. A parte il verde, il bianco che ricorda il vestito della Santa (ispirato alla tunica Druida), e al latte, la bevanda celebrativa che permette la sopravvivenza per il periodo che rimane dell’inverno, il giallo pallido ispirato ad un sole leggero e il celeste del cielo limpido ma non ancora completamente uscito dalla lunga notte dell’inverno.

L’immagine di Brigit, come visto è un fonte ricchissima di immagini mandaliche, legata alla Dea Madre Terra, ai riti di purificazione, al cambiamento, alla potenza rigeneratrice della natura.

La festa di Imbolc, per i Druidi che da questo periodo facevano iniziare la primavera magica, è la festa dell’elemento Aria, della purificazione attraverso il fuoco e il latte destinato agli agnelli.

Su questa tradizione, specie nel Nord Europa, si inserirono alcune feste cristiane. Il 2 febbraio viene celebrata la Candelora. Il termine candelora deriva dall’usanza francese, diffusa nel X secolo d. C. di portare in processione delle candele per festeggiare la purificazione di Maria (che secondo la tradizione ebraica era rimasta isolata per 40 giorni dopo il parto) e la presentazione al tempio di Gesù. In questo evento si dice che il sacerdote Simeone abbia esclamato del Bambino Santo, è “Luce per illuminare le genti”. Mentre la purificazione di Maria richiama il risveglio della Madre Terra dall’isolamento del periodo invernale. La Terra è stata a riposo e in questa occasione viene arata per prepararsi a ricevere i semi che germoglieranno in primavera. Uno dei simboli di questa festa è infatti l’aratro. Che viene decorato con ghirlande e portato dai contadini in processione di casa in casa.

Il fiore della festa è il bucaneve. Che con i petali bianchi, il gambo verde e il pistillo giallo ha i colori tradizionali di questo periodo. E soprattutto è il primo fiore, come il suo nome suggerisce, a sbucare in mezzo al manto bianco che copre la terra.

I fiori nei mandala sono considerati dei simboli sacri, ricoprono un posto di particolare rilievo. Il loto è il fiore dell’Illuminazione, della sapienza, mentre la rosa è il fiore dedicato a Maria, rosa mistica, il crisantemo è il fiore dell’Estremo Oriente, dove significa lunga vita ed è augurio di fertilità, e il Giglio nel cristianesimo è il fiore dei Santi Martiri, oltre che della purezza e della grazia. Quando inseriamo un fiore nel nostro mandala abbiamo voglia di tenerezza, di concederci una coccola e spesso assistiamo al fiorire delle nostre migliori qualità.

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