Le Tsakli o Carte dell’Iniziazione sono delle miniature dipinte usate nei rituali tibetani, uno strumento in realtà poco conosciuto in occidente e del quale si parla raramente. In realtà le fonti sono scarse e l’uso di queste carte pare confinato alla tradizione tibetana. 

Lobsang Lhalungpa sottolinea nei suoi scritti che la parola Tsakali non sembra essere una parola tibetana, potrebbe essere derivata da una parola sanscrita o essere un nome composto. 

Simili a delle Thangka, ma molto piu’ maneggevoli, le Tsakli sono impiegate in numerosi riti; come ausili nella visualizzazione per l’aumento del potere conoscitivo e per la purificazione della mente, per la costruzione di mandala rituali, per la trasmissione degli insegnamenti e a volte sostituiscono oggetti cerimoniali nei funerali. 

I soggetti dipinti nelle carte coprono una vasta gamma delle maggiori divinità e protettori del pantheon buddista con i loro vari attributi di potere e le offerte appropriate. Mentre le Tangka, spesso indugiano nella rappresentazione di immagini dettagliate, le Tsakli si concentrano di solito su un unico soggetto alla volta e sono molto sintetiche. Talvolta appare in calce la scritta della divinità o della virtù raffigurata. Una carta può avere come soggetto Mahakala (Il Grande Nero~ il protettore del Dharma), l’attributo Vajra (lo Scettro), il rosario di teste, la coppa cranio e così via. 

Sul retro appaiono delle descrizioni che esaltano l’aspetto fisico della qualità o virtù che si manifesta nell’immagine sul recto e che e’ direttamente collegata alla divinità. Probabilmente il lama, maestro leggeva la frase prima di disporre la carta per terra e questo faceva si’ che le manifestazioni legate ad una divinità aiutassero il monaco-studente a riflettere, concentrarsi, meditare e purificare la mente guardando direttamente la carta. 

Con un intero mazzo di carte, che va da sei a piu’ di cento, si può creare un intero mandala rituale. Quanto le carte vengono poste a realizzare un mandala sul pavimento la loro funzione e’ quella di creare uno spazio sacro proprio come quello di un tempio. 

A volte vengono poste sul pavimento per purificare un’area prima di costruire un monastero con i quattro guardiani nelle posizioni dei quattro punti cardinali e in questi casi le Tsakli di cartone possono essere sostituite da una versione intagliata in legno. Regalando cosi’ al mandala l’aspetto tridimensionale.

Per facilitare la visualizzazione durante i rituali le carte Tsakli sono spesso mostrate brevemente agli iniziati dal lama officiante che le tiene alla distanza di un braccio, oppure, sostenute da un bastone, sono esposte sull’altare.

Talvolta le carte vengano disposte su una tavola e nel corso di diversi giorni sono gradualmente cambiate diventando strumenti di insegnamento; possono essere integrate con le offerte di “torma” (dolci per offerte rituali, fatti di avena e burro impastati) e anche in questo caso formano un mandala tridimensionale. Una sorta di mandala dell’offerta.

Per i lunghi spostamenti, possono essere collocate singolarmente all’interno di un altare portatile chiamato Gau, e oltre a proteggere il pellegrino da attacchi di spiriti maligni sono comodamente trasportate senza rischiare danneggiamenti. 

In alcuni rituali le Tsakli sono utilizzate al posto di alcuni oggetti che sono difficili da procurare come le pietre preziose dai diversi colori o le pelli scorticate dei demoni.

Le Tsakli hanno un ruolo centrale anche nelle cerimonie funebri quando guidano la consapevolezza del defunto attraverso il reame intermedio del Bardo. 

I materiali impiegati per le carte Tsakli sono generalmente o panno o cartone realizzato incollando diversi strati di carta himalayana. Alcuni mazzi molto rari sono state realizzate su fogli molto sottili di carta, accuratamente dipinte e poi tagliati e incollati lungo i bordi. Altre Tsakli sono prima state intagliate su legno e poi stampate su carta o tessuto. 

Come precedentemente accennato non ci sono testimonianza dell’uso delle carte in India, Cina o Sud Est asiatico, probabilmente costituiscono un costume esclusivamente Tibetano. Probabilmente furono dipinte da un artisti nepalesi per la scuola buddista del Lignaggio di Nyinga

Data la scarsità di fonti e’ quasi impossibile speculare sull’uso originario di queste Carte. Le carte conservate al Metropolitan Museum di New York, risalenti al VX sec. circa, sono probabilmente le uniche che ci sono arrivate integre e con il mazzo completo. Il fatto che si possa costruire un mandala intero ne suggerisce l’uso per riti di iniziazioneL’unica cosa certa e’ che queste carte hanno giocato un ruolo importante nelle antiche arti rituali del Tibet e delle regioni più impervie dove si e’ diffuso il Buddismo. 

Fonti: 

Juan Li: Tibetan Ritual Miniature Paintings, March 17, 1995

Kurt Behrendt, Mental Purification Using a Tibetan Tsakali Mandala, Met Museum, 2015

Alex Wayman. The Buddhist Tantras: Light on Indo-Tibetan Esotericism. New Delhi: Motilal Banarsidass, 1990

Karmay, Samten Gyaltsen, Secret visions of the Fifth Dalai Lama : the gold manuscript in the Fournier Collection Musée Guimet, Paris, 1998

Angela Sumeci, Dreamworlds of Shamanism and Tibetan Buddhism: The Third Place, 2008

Fonte originale: Mandalaweb.info – https://sites.google.com/a/mandalaweb.info/web/approfondimenti/news/tsakliotsakalileminiatureperiritualidiiniziazionetibetani