di Annalisa Ippolito

Dicembre, con il suo solstizio e il lento ritorno della luce, diventa una soglia di orientamento, un momento in cui l’asse del tempo sembra fermarsi per poi riprendere il suo corso. È l’occasione per riflettere sul mandala del tempo, non come ciclo infinito ma come spazio sacro di equilibrio, in cui ogni giorno e stagione trovano posto in una forma perfetta e consapevole.

Un esempio straordinario di questa visione si ritrova nella Saura Pitha, una scultura in dolerite del XII secolo proveniente dal Museo Chhatrapati Shivaji Maharaj Vastu Sangrahalaya di Mumbai, originaria dell’Andhra Pradesh. Conosciuta anche come “altare solare”, la Saura Pitha è insieme strumento astronomico, oggetto rituale e mandala cosmico.

Al centro, un loto scolpito rappresenta il sole, principio vitale e spirituale, circondato dagli otto pianeti (Navagraha) disposti secondo le direzioni cardinali. Lungo la circonferenza, le dodici costellazioni zodiacali tracciano il percorso del sole nel cielo, suggerendo la danza ciclica del tempo che si rinnova ogni ventiquattro ore.

La forma stessa dell’opera, una base quadrata, un corpo ottagonale e un cerchio sommitale, riproduce il linguaggio simbolico del mandala, in cui la stabilità della terra si eleva verso la sfera celeste. I tre livelli rappresentano una progressione: dal mondo terreno (il quadrato) all’ordine cosmico (l’ottagono) fino alla sfera divina (il cerchio del sole). È un disegno dell’universo che è anche un disegno interiore: la geometria del cosmo riflette la geometria della coscienza.

Dal punto di vista scientifico, la Saura Pitha funzionava come una meridiana solare: lo gnomone proiettava la sua ombra permettendo di calcolare direzione e ora del giorno. Ma oltre alla precisione astronomica, questa scultura mostra la fusione tra scienza, arte e spiritualità, tipica della cultura indiana. I pianeti, qui venerati come divinità, continuano a essere parte integrante della vita rituale, testimoniando la continuità di un sapere che unisce il cielo e la terra.Come in un mandala, la Saura Pitha trasforma la misurazione del tempo in esperienza contemplativa. Ogni linea, ogni simbolo, ogni cavallo del carro solare evoca il movimento perpetuo dell’universo e la ricerca umana di orientarsi al suo interno.
In un dicembre che chiude il cerchio dell’anno, questa scultura ci invita a riconoscere la circolarità del vivere, il ritorno costante del sole e la possibilità di un rinnovamento interiore. Nel mandala del tempo, nulla si perde: tutto ritorna, trasformato in luce. ️

Cover: collage di Foto Annalisa Ippolito