Il Beurspassage (Passaggio dello Scambio) è una galleria di Amsterdam . Ha attirato la mia attenzione perché sul suo pavimento, rivestito in terrazzo e piastrelle con foglia d’oro, sono rappresentate delle immagini a ispirazione marina e marinara, un chiaro riferimento alle origini della città di Amsterdam che, a ben guardare, sono dei mandala o meglio delle forme madaliche.
Mentre si attraversa la galleria chiamata Amsterdam Oersoep ovvero Zuppa Primordiale di Amsterdamo opera degli artisti Arno Coenen, Iris Roskam e Hans van Bentem si cammina immersi in una narrazione visiva che ha come soggetto principale sia il concetto di vita che ha origne dall’acqua, sia la storia di Amsterdam e i suoi canali. Circa alla metà si trova una grande bocca di pesce chiamata “Porta un po’ di Mokum con te” che permette ai visitatori di portare a casa una bottiglia di acqua di Amsterdam . Secondi gli artisti è “Elisir di Tolleranza”. Mokum è il soprannome affettuoso usato dai suoi abitanti per Amsterdam, una parola ebraica che significa luogo o città.
I mandala della Beurspassage – Amsterdam Oersoep sono affascinanti e hanno come soggetto il mare con i suoi simboli. La rosa dei venti, la ruota del timone di una barca che ricorda la ruota del Dharma, hanno tutti qualcosa di spirituale. Sono simboli che, pur appartenendo alla tradizione marinaresca, sembrano intrecciarsi perfettamente con la geometria sacra dei mandala. C’è in questi disegni un senso di ordine che contrasta e allo stesso tempo si armonizza con l’imprevedibilità dell’acqua.
Nel mare, come nei mandala, c’è l’infinito che si ripete, la ciclicità delle onde simile al ritorno continuo al centro. E forse è proprio questo che rende i mandala marini della Beurspassage così magnetici: evocano un viaggio, non solo attraverso le acque ma dentro sé stessi. Ogni simbolo, che sia una stella marina o un nodo nautico, diventa una piccola bussola per orientarsi nell’introspezione, per trovare un equilibrio in mezzo al caos.
Amsterdam, città nata dall’acqua e modellata dai suoi canali, porta nel cuore questa tensione tra movimento e stabilità, proprio come un mandala. I marinai che partivano da qui per rotte in lontane lasciavano il porto come chi lascia il centro di un disegno per perdersi nei suoi bordi, con la speranza però, un giorno, di tornare.
La Beurspassage non è solo un luogo di passaggio, ma anche un luogo simbolico. Attraversarla è come entrare in un acquario cosmico, dove ogni riflesso dorato, ogni curva della ceramica, ogni richiamo marino sussurra storie di viaggio, di radici, di spiritualità laica. C’è uno spleen dolce in tutto questo: la consapevolezza che anche nei mandala più perfetti c’è sempre un centro misterioso, un segreto che ci spinge a continuare a cercare.
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